perchè questo blog?

L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Dopo la morte di Abdul, ucciso a Milano il 14 settembre 2008, ho deciso che oltre al mio blog personale avrei provato a tenere traccia di tutti quei fenomeni di razzismo che appaiono sulla stampa nazionale. Spero che presto questo blog diventi inutile...


sabato 31 luglio 2010

Agenzia di viaggi truffa gli immigrati la Dy Aerei incassa senza prenotare i voli

Circa 200 immigrati, la maggior parte lavoratori sudamericani che volevano tornare a casa per il periodo di ferie, hanno pagato tra i 1000 e 3000 euro ad un'agenzia di viaggio per biglietti aerei scoprendo solo all'aeroporto che i voli non erano mai stati prenotati. Lo denuncia, un legale, l'avvocato Domenico Chindamo, al quale i truffati si sono rivolti.

Secondo quanto segnalato dal legale, gli immigrati, quasi tutti di Perù, Ecuador, Honduras, si erano affidati ad un'agenzia milanese, denominata Dy Aerei di Anita Mayo, gestita da ecuadoregni in via Tadino.

Per alcuni mesi l'agenzia, ha accolto le prenotazioni di viaggi per l'estate ad offerte vantaggiose. I clienti hanno pagato sempre in anticipo ma solo nelle settimane scorse, quando i primi che avevano prenotato si sono presentati in aeroporto hanno scoperto che non c'era alcun biglietto a loro nome. Si sono presentati quindi in agenzia, senza più trovare nessuno.

Per un certo periodo la titolare ha risposto al cellulare proponendo incontri chiarificatori e attribuendo la responsabilità di quanto accaduto, ad altre agenzie, alle quali a sua volta aveva versato i soldi ricevuti per fare le prenotazioni. Poi anche quel canale si è interrotto.

fonte: Repubblica

venerdì 30 luglio 2010

Migranti stagionali, piccole Rosarno crescono

La chiamano ‘Grotta Paradiso‘. È il rudere malridotto di un casolare nell’agro lucano che negli ultimi mesi ha ospitato decine di braccianti africani del Burkina Faso. Ad agosto gli stagionali impiegati nei campi saranno più di un migliaio, ma nessuno è in grado di offrire loro una sistemazione dignitosa. E a qualcuno torna in mente Rosarno, la cittadina calabrese dove lo scorso gennaio scoppiò la rivolta dei migranti impegnati, in condizioni disumane, nelle campagne.
Siamo a Palazzo San Gervasio (provincia di Potenza), comune di quattromila anime dove ogni anno arrivano centinaia di africani, ma anche romeni e bulgari, per la raccolta dei pomodori.
“La situazione è preoccupante”, ha detto Ivano Strizzolo (Pd), vice presidente della commissione Schengen – Europol – Immigrazione, che un paio di settimane fa ha incontrato i rappresentanti delle istituzioni locali per trovare una soluzione condivisa al problema.
“La visita della commissione non ha sbloccato la situazione”, spiega Bernardo Bruno dell’Osservatorio Migranti Basilicata, che denuncia: “Comune e Regione, ancora una volta, arriveranno impreparati all’appuntamento con i braccianti”.
E’ andato deserto anche il bando del Comune per l’affidamento della gestione del centro di accoglienza, unica alternativa ai rifugi di fortuna come ‘Grotta Paradiso’. A dirlo è il vice sindaco di Palazzo, Paolo Palumbo, che dichiara: “Il centro quest’anno non aprirà, non ci sono le condizioni igieniche e di sicurezza”. Anche i centomila euro che la Regione ha stanziato all’inizio di luglio per il recupero della struttura rimarranno inutilizzati. I braccianti cercheranno riparo nelle vecchie masserie abbandonate. “Ma a fine luglio”, spiega Palumbo, “sono già tutte piene”. La verità è che un piccolo comune non può accogliere da solo centinaia di persone. Ciò nonostante comuni limitrofi e imprenditori agricoli fanno orecchie da mercante.
Peraltro, nella stessa delibera con cui la Regione assegnava i fondi, si precisava che gli stagionali, per usufruire del centro, dovevano dimostrare di aver fatto domanda al centro per l’impiego di Lavello, a 24 chilometri da Palazzo San Gervasio. “Nessuno di loro percorrerà quel tragitto a piedi”, tuonano dall’Osservatorio Migranti. “È un’assurdità burocratica degna di chi non ha mai sviluppato un progetto concreto”.
Proprio nel centro di accoglienza, a febbraio, si erano accampati abusivamente i braccianti del Burkina Faso. Chiuso per ordinanza del sindaco, il centro è stato sgomberato dai carabinieri.

Come testimoniano i volontari dell’Osservatorio, i migranti in questione erano tutti regolari e molti di loro già con un contratto in mano. La denuncia che pende sulle loro teste è per violazione di ordinanza pubblica e occupazione aggravata di edificio pubblico. Se verranno giudicati colpevoli, rischiano l’espulsione. Ma per ora la vera condanna è quella di dover vivere in luoghi disumani come grotte e masserizie abbandonate.

In difesa dei malcapitati, il Centro di documentazione Michele Mancino insieme ad alcuni cittadini di Palazzo San Gervasio, ha presentato un esposto alla procura di Melfi, sostenendo che i braccianti hanno “agito in stato di necessità” e denunciando l’inadempienza di istituzioni e enti locali, causa di una vera e propria “riduzione in schiavitù”.
Intanto agosto è alle porte. I rifugi di fortuna come ‘Grotta Paradiso’ si riempiono di stagionali, regolari e non, che per qualche mese, per venti euro al giorno (caporali permettendo), vivranno in condizioni disumane. E l’incubo di Rosarno torna a fare paura.

fonte: Il Fatto Quotidiano

Ucciso ragazzo bulgaro di 16 anni per una bicicletta

Un morto e due feriti a causa di una bicicletta. E' questo il bilancio di una rissa tra ragazzi italiani e bulgari, avvenuta la notte scorsa ad Oppido Mamertina, centro in provincia di Reggio Calabria. A scatenare la lite, sarebbe stato proprio il furto di una bicicletta. Un ragazzo bulgaro, di 16 anni, Alexandrev Zafir, è stato ucciso a coltellate e altri due connazionali feriti.

Il carabinieri hanno arrestato un ragazzo del luogo, O.C., di 17 anni. Fuggito dopo l'omicidio è stato bloccato dalle forze dell'ordine e ha confessato il delitto. E' stato arrestato per omicidio aggravato e duplice tentato omicidio. I due bulgari feriti, Alexander Assen e Ivanov Bovomil, entrambi di 19 anni, ricoverati in ospedale a Gioia Tauro e Polistena, sono in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. La rissa è avvenuta poco prima di mezzanotte.

Il furto della bicicletta. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri di Palmi, l'omicida ha contattato i tre ragazzi bulgari accusandoli per il furto di una bicicletta che aveva subito qualche giorno prima. C'è stata successivamente una prima colluttazione conclusasi con la fuga del ragazzo italiano. Poco dopo, O.C. è tornato sul posto armato di un coltello con il quale ha aggredito i tre bulgari, uccidendo Alevandrev Zafir e ferendo gli altri due. Subito dopo si è dato alla fuga, conclusasi con l'arresto da parte dei carabinieri.

Tutto è accaduto a Oppido Mamertina, lungo una delle vie del paese. La vittima, ferita al torace e al braccio, è deceduta durante il trasporto all'ospedale. Gli altri due ragazzi bulgari hanno riportato ferite al fianco e all'addome. Secondo quanto riferito dai carabinieri, l'omicida è incensurato e non è collegato ad ambienti della criminalità.

fonte: Repubblica

giovedì 29 luglio 2010

Razzismo: cerca di fare pulizie, senegalese aggredito

Un senegalese cerca di svolgere il proprio lavoro di addetto alle pulizie ma viene insultato e picchiato da cinque italiani.

E' successo a Vercelli davanti a un centro commerciale. I carabinieri hanno individuato e arrestato uno degli aggressori, un quarantenne pregiudicato residente in città, per violenza privata aggravata dal razzismo. Gli italiani stavano mangiando nel mezzo del parcheggio.

fonte: ANSA

Tunisino che sognava l'Europa muore soffocato nel bagagliaio

Il viaggio della speranza, la traversata da clandestino è finita sulla piazzola "Castagna" dell'autostrada Genova-Milano. O meglio, ancora prima: chiuso, soffocato nel cofano-bagagli di una Mercedes trasformato in una bara. La triste fine di un tunisino, di età compresa tra i 25 ed i 30 anni, che sognava l'Europa per mettere fine alla sua vita di stenti e miseria, pare che sia stata "scoperta" dall'autista della vettura, che ha raccontato alla polizia stradale di avere sentito un cattivo odore provenire proprio dal bagagliaio. "Ho aperto, ho visto questo corpo ormai senza vita", ha cercato di far capire l'uomo, cittadino francese di 21 anni, ma anche lui di origine tunisina. Polizia e Procura della Repubblica stentano a credere a questa versione, tanto che il conducente è stato arrestato con l'ipotesi di trasporto illegale, di avere tentato di introdurre in territorio Shengen la vittima. Lui, però, ha dichiarato di non conoscere l'uomo, di non essere al corrente di viaggiare con una persona chiusa nel cofano.

L'auto, con targa francese, è sbarcata ieri nel porto di Genova, poco dopo l'una e mezza, dal traghetto "Venizelos" della Cotunav, proveniente da Tunisi. La vettura ha imboccato la A-7, diretta a Nord, e mezzora dopo, intorno alle 2, una pattuglia della Polstrada si è accorta della presenza della Mercedes scura ferma nell'area di parcheggio "Castagna", la prima che si incontra dopo lo svincolo di Bolzaneto. Gli agenti hanno notato un uomo che richiamava l'attenzione, sbracciando, in piedi davanti al cofano; un altro steso a terra, privo di conoscenza. L'autista ha detto subito di averlo tirato giù nel tentativo di soccorrerlo, anche se potrebbe avere tentato di liberarsene.

Comunque, la polizia ha fatto scattare immediatamente i soccorsi, chiamando il "118", ma è stato tutto inutile. Non è rimasto che far intervenire il medico-legale. L'autista, colto da malore, prima è stato accompagnato all'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, poi alla direzione compartimentale della Polstrada. Il pm di turno, Vittorio Ranieri Miniati, da una parte ha disposto il sequestro della vettura e conferito l'incarico per l'autopsia sul cadavere, dall'altra ha firmato l'arresto del conducente, sospettato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina (legge Bossi-Fini) e morte in conseguenza di altro reato.

Stando ai primi accertamenti medico-legali, il decesso sarebbe avvenuto per asfissia, almeno 12 ore prima del ritrovamento del cadavere.

fonte: La Repubblica

sabato 24 luglio 2010

E l'Italia fece scendere Rosa Parks dall'autobus

La ragazzina, classe 1988, studentessa, cittadina brasiliana ma abitante in Italia da anni, stava viaggiando su un autobus urbano Sila in viale Belforte. Si stava lamentando con un' amica nicaraguense per il caldo che c’era sul mezzo pubblico quando un uomo, "autista in borghese", con bimbo in braccio e moglie incinta al seguito, si intromette e comincia ad insultarla. Le dice: “Cosa volete un tappeto rosso sugli autobus? Vai al tuo paese, negra di m... e non venite qui a romperci i c...» e altre "gentilezze" simili. La ragazza risponde, la moglie prende le parti del marito e rincara. Alla fine la situazione degenera e i due mettono le mani addosso alla ragazza.

A quel punto alla giovane brasiliana viene detto di scendere, ma lei si rifiuta. L’autista ferma il bus e chiede alla ragazza di andarsene “per ristabilire l’ordine”.

da Varese News via Daniele Sensi

lunedì 12 luglio 2010

Razzismo democratico?

Errore di stampa? O piuttosto incapacità di trasmettere un messaggio corretto? E' quello che si stanno domandando gli elettori del Pd nelle Marche, dove sta circolando un manifesto preparato dalla segreteria del partito Democratico in cui, per accusare il governo di non aver mantenuto le promesse, lo incolpa di aver portato in Italia «più immigrati» e di essere stato quasi "di manica larga" - leggi: troppo tollerante - nei confronti degli extracomunitari giunti nel nostro Paese per trovare un lavoro e la speranza di una vita dignitosa.

fonte: Unità, via Kuda

giovedì 8 luglio 2010

Razzismo nelle scuole del veneto

A Treviso un bambino napoletano per un anno intero è stato offeso ,insultato, umiliato quotidianamente e continuamente; oltre a insulti del tipo "sei un camorrista", "terrone", e coretti vari contro i napoletani, (gli stessi intonati da Salvini, per intenderci) veniva accusato di puzzare, e i ragazzi disinfettavano pure le penne che lui toccava.

La mamma del ragazzo si era rivolta alle insegnanti per avere delle spiegazioni, e queste rovesciando il problema le hanno detto che era il suo ragazzo ad essere problematico.

Il Preside e i genitori sono indignati, secondo loro la madre del bambino dovrebbe scusarsi per le infondate accuse.

L’Assessore regionale alle Politiche dell’istruzione e formazione Elena Donazzan afferma: “So trattarsi di un caso difficile, che crea sofferenza e irrequietezza in un ragazzo che ha dimostrato una difficoltà di inserimento che non credo vada attribuita né ai compagni di classe né agli insegnanti”.

Maria Giuliana Bigardi provveditore di Treviso spiega che invece si atterrà al protocollo, che prevede l’invio di una relazione al Direttore scolastico regionale e anche al Ministero dell’istruzione, in questa relazione ci saranno anche le testimonianze dei docenti, del preside e dei genitori.

L’Assesore comunale Mauro Michielion si preoccupa invece di chi pagherà i danni per aver compromesso l’immagine della scuola degli insegnanti e sopratutto della città di Treviso.

Il Sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo tende a ridimensionare l’intera vicenda: “La nostra città non è razzista. Alcuni dei personaggi più illustri di Treviso provengono dal sud Italia. Bisogna controllare in maniera maggiore i ragazzi e le dinamiche che si creano fra compagni.Sono state scaramucce fra bambini, situazioni che si verificano in ogni scuola. Ricordo che accadeva anche quand’ero piccolo io, ci si prendeva spesso in giro. Ora bisogna capire perché è successo”.

Il problematico, alla fine di tutto, è il bambino napoletano insieme alla sua famiglia che si è permessa di denunciare il caso.

Un altro caso di razzismo è avvenuto a Solesino in provincia di Padova, una studentessa romena ha tentato di suicidarsi piuttosto che andare a scuola.

”Nostra figlia - racconta il papà - è stata isolata dai compagni. Le dicevano che "puzzava di romena" e che non era vestita alla moda. Ne aveva parlato con la mamma: il compito in classe ha colmato la sua paura”.

Il preside della scuola di Solesino invece spiega: “Le accuse di razzismo sono infondate , noi approfondiremo la vicenda con la classe e gli insegnanti. Ed è certo che se vi fosse anche un minimo riscontro, prenderemo dei severi provvedimenti con chi ha discriminato una propria compagna di classe. Ma io credo che si tratti di un fatto infondato così come viene esposto. Nella nostra scuola c’è l’8 per cento di studenti stranieri e lavoriamo costantemente con progetti per l’integrazione”.

Il sindaco di Solesino Walter Barin invece racconta: ”Non eravamo a conoscenza del fatto ... incontreremo il dirigente scolastico e cercheremo di andare a fondo sulla vicenda. Nessuno sembra essere a conoscenza di questi episodi, anzi mi dicono che la ragazza era ben integrata, certo è che si tratterebbe di un grave caso di discriminazione se le parole dei compagni di classe fossero vere. I docenti mi hanno assicurato che non c’è stata mancanza di solidarietà: i compagni di classe della ragazza sono stati i primi ad andare a trovarla in ospedale. A Solesino non abbiamo mai avuto episodi di razzismo, sarebbe il primo e sarebbe da condannare”.

Adrian Todureschu portavoce della comunità romena ha dichiarato: ”Presenteremo un esposto al dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Solesino perché venga aperta un’inchiesta interna al fine di individuare eventuali responsabili e che possano essere presi i provvedimenti adeguati. Inoltre, valuteremo di seguito insieme ai genitori se presentare un esposto anche alla procura per discriminazione razziale. Come comunità siamo delusi e amareggiati: quello che è successo è un fatto gravissimo che poteva degenerare in una strage familiare”.

Ormai episodi del genere avvengono tutti i giorni, sempre con le stesse dinamiche ,e il danneggiato diventa poi l’elemento che non si integra, come se per integrarsi si debba diventare delle bestie. Poi tutti compatti a difendere il branco: politici, genitori, docenti, tutti bravi ragazzi; offendere, insultare, mancare di rispetto sono cose normali. Il bello è che la scuola dovrebbe educare alla convivenza, ma insegnanti educatori ci sono ancora? E le regole e i valori cosa sono un optional per i fessi?

fonte: Agoravox

Napoli: orrore a via Scarlatti raid razzista e finanzieri indifferenti

Venerdì due luglio.
In via Scarlatti al Vomero un extracomunitario vende qualcosa, oggettini senza importanza; è un giovane dallo sguardo mite, non disturba nessuno, se ne sta ai margini del marciapiede attendendo che qualcuno lo avvicini, e quando accade risponde con garbo. Da chissà dove si materializza al centro della strada, isola pedonale destinata ad uno struscio quotidiano, un gruppetto di giovani dall'aspetto volgare ed aggressivo che cominciano a provocare pesantemente il giovane nero, che però non reagisce in alcun modo.

Indispettiti i teppisti si avvicinano ancora di più e con fare da gradassi gli strappano via l'improvvisata bancarella spargendo intorno la povera merce e lo picchiano di santa ragione: colpi maligni senza nessuna cautela. Un episodio esemplare di violenza gratuita.

Che si svolge nell'assoluta indifferenza dei passanti, fino a quando appare una guardia giurata che, avvicinandosi ai giovinastri li apostrofa: “Vai, và, ca stì fetiente s'ò mmeritano” (Dai su, questi fetenti se lo meritano). Ma per fortuna ecco salire dall'incrocio di con via Luca Giordano la pattuglia di militari (in questo caso la GdF) che insieme alla Polizia Urbana tutelano la sicurezza in quel tratto di isola pedonale, un'iniziativa a suo tempo molto decantata sulle pagine dei giornali.

La pattuglia affretta subito il passo e volgendo il capo dall'altro lato si infila in una strada trasversale. Ho pensato subito che questi episodi vanno portati a conoscenza di tutti e che avrei cercato anche le motivazioni di questi gesti.

fonte: il Mattino